(by I.T.Kostka)

Ho conosciuto Alberto Amati un po’ di tempo fa su Facebook e, nel mese di dicembre del 2019, ho assistito con piacere a uno dei suoi concerti in Polonia, nella mia città natale di Poznań. Il suo sorriso contagioso e la gentilezza hanno conquistato con facilità il pubblico polacco, permettendo ad Alberto di realizzare i sogni e di continuare con successo la carriera artistica.

In questi giorni abbiamo parlato tanto ed eccomi qui con un’intervista in esclusiva e con un saluto speciale tutto per Voi:

” Buongiorno a tutti cari italiani, in questo momento difficile per tutti volevo ringraziarVi per il vostro coraggio e forza d’animo. Vi auguro una buona lettura e spero che a breve torniamo alla nostra vita normale” (A.A.)

1. I.T.K.: Com’è iniziata la tua avventura con la musica? È stata una scelta personale voluta oppure dettata dalle coincidenze della vita?

A.A.: Avevo circa 6 anni e la mia vicina di casa studiava pianoforte, ascoltavo per ore i suoi studi ed ero affascinato dal fatto che con le mani si potessero creare suoni e melodie. Volevo assolutamente provare anche io e a Natale di quell’anno mio padre mi comprò il primo organetto. A 14 anni dopo anni di studi privati fui ammesso al Conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna ma lo abbandonai dopo un anno perché non riuscivo a conciliare gli studi musicali con quelli scolastici. Non abbandonai mai la musica, da solo infatti cominciai ad arrangiare al pianoforte i pezzi di musica leggera che mi piacevano cantandoci sopra, con gli anni poi mi appassionai più al canto che allo strumento.
Diciamo che la musica fa parte del mio DNA, mio nonno materno infatti era maestro di sassofono classico
e mio padre come mia sorella maggiore sono intonatissimi nel canto.

2. I.T.K.: Cosa significa essere un artista per te? Hai paura del contatto diretto con il pubblico oppure gli eventi live ti donano le ali?

A.A.: Un artista deve sapere regalare emozioni al pubblico, non annoiarlo e trasmettere la propria passione
e amore per la musica. Ho avuto paura prima di salire sul palco della Filarmonica di Cracovia circa due anni fa, ero ospite in un Festival Italiano e dovevo cantare quattro canzoni con questa super orchestra di professionisti dal vivo, avevamo fatto solo mezz’ora di prove la stessa mattina, il teatro era pieno e prima di salire sul palco avevo il cuore in gola. Appena cominciai a cantare sparì tutta l’ansia e finito l’ultimo pezzo non avrei mai voluto scendere da quel palco.
Sinceramente più c’è pubblico e più mi carico, soprattutto quando mi accorgo che si stanno divertendo come me e stanno apprezzando la mia esibizione.

– Concerto a Cracovia:

https://www.youtube.com/watch?v=jmWdN18Bq_k

3. I.T.K.: Raccontaci della tua vita in Polonia: qual è stato il motivo e quando è nata la decisione di traslocare
in questo Paese?

A.A.: Nel 2008 iniziò la crisi economica mondiale, lavoravo in un’azienda chimica norvegese che produceva ingredienti per medicinali e durante la cassa integrazione concepii l’idea di trasformare quello che ormai era diventato solo un hobby in un lavoro. Dopo il trasferimento, l’inizio non fu dei più facili, trovarsi in un Paese estero senza conoscere la lingua e la poca esperienza furono gli ostacoli più grandi. Con il tempo migliorai la lingua e il bagaglio d’esperienza fu più ampio e così tutto diventò più facile.
Fondamentali poi per crescere furono i consigli di Gerardo Russo, una gentilissima persona che gestiva dei locali in Polonia dove andai qualche volta a cantare e di Roberto Zucaro un cantante italiano che si esibiva in Polonia già da molti anni. Devo molto a queste due persone, i loro preziosi consigli mi hanno fatto saltare ulteriori anni di gavetta, il che non è poco.

4. I.T.K.: Vedi qualche differenza tra la comunità artistica italiana e polacca? Dove ti senti più apprezzato?

A.A.: Il pubblico italiano è più esigente, bisogna essere continuamente aggiornati con le novità, mentre
il pubblico polacco è più legato ai successi italiani di qualche decade fa e questo rende più facile il lavoro. Riguardo la comunità artistica non posso fare confronti, posso dire che negli anni ho conosciuto qui
in Polonia artisti bravissimi e con molti di loro ho costruito anche un ottimo rapporto di amicizia e collaborazione, con altri meno.

5. I.T.K.: Quali sono i tuoi pregi e quali invece i difetti?

A.A.: Non sta a me dire quali sono i miei pregi ma alle persone che mi conoscono e con cui ho collaborato, peccherei infatti di poca umiltà e soprattutto farei l’errore di essere poco coerente. Sui difetti invece possiamo aprire un fascicolo di 100 pagine, posso riassumere in qualche riga. Pecco spesso di ingenuità, mi innervosisco subito e a volte esplodo in vere e proprie crisi di ira, in quei momenti potrei distruggere la stanza dove mi trovo. Diciamo che non ho la via di mezzo, passo da una calma estrema a un’ira funesta in pochi secondi.

6.I.T.K.: Il COVID-19 ha cancellato tanti progetti culturali, cambiando la vita di tutti gli artisti. Qual è il tuo rimedio contro la depressione e la tristezza di questi giorni?

A.A.: Il nove marzo 2020 ho avuto l’ultimo concerto in pubblico, poi è stato un susseguirsi di annullamenti, mi è dispiaciuto tantissimo per esempio non poter tornare a Cracovia dove era in programma un mio concerto caritativo per la raccolta fondi contro il cancro. Erano stati venduti tanti biglietti e il teatro era già quasi tutto pieno. Avevo inoltre già pronto per la stampa il mio secondo cd nonché gli arrangiamenti nuovi per la stagione 2020.
La situazione per noi artisti si è fatta e sarà molto problematica, viviamo quasi dimenticati e senza aiuti, inoltre siamo stati il primo settore a fermarsi e saremo l’ultimo a ripartire. D’altronde ci esibiamo in eventi dove il distanziamento sociale è nullo e gli assembramenti di persone sono la caratteristica principale. Pensare di tornare a lavorare solamente ad emergenza completamente finita rende tutto sempre più difficile da accettare, soprattutto ora che molti settori stanno già ripartendo. Devo ammettere che ho passato questi mesi in completo isolamento, passando ore a guardare notiziari e programmi dedicati a questo maledetto virus. Ho passato giornate a letto in completa tristezza senza alzarmi e non riuscivo più a concentrarmi sulla musica. Mi sono dedicato alla cucina, alla mia amata pizza, ingrassandomi qualche chilo. Come tanti artisti, dopo due mesi trascorsi così, ho fatto un concerto live sul mio profilo Facebook, per due ore ho rivissuto quelle emozioni che non provavo più da tempo, anche se esibirsi davanti al muro di casa e non davanti a una folla mi ha fatto provare ancora di più la nostalgia del passato. Ringrazio tanto chi mi ha seguito e sostenuto quel pomeriggio.

7. I.T.K.: Come vedi la tua carriera quando tutto sarà finito? Diventerai un uomo diverso?

A.A.: Spero che tutti i sacrifici passati non siano annullati e non si debba ricominciare tutto da capo, si rischia
infatti di essere dimenticati e di perdere tutti i contatti artistici con i vari organizzatori, questa è una delle mie tante paure. Sicuramente sarò un uomo diverso, apprezzerò molto di più quello che magari una volta non apprezzavo e davo per scontato. Sicuramente imparerò anche a risparmiare di più.

• Sito YouTube dell’artista:

https://www.youtube.com/channel/UCMHHIDjRsT-NMw_giQfoKew/videos?view_as=subscriber

• Pagina facebook:

https://www.facebook.com/alberto.amati.94

L’intervista rilasciata dal cantante di origine italiana residente in Polonia Alberto Amati, a cura di Izabella Teresa Kostka.

Maggio 2020, Milano

Pubblicata anche sul portale culturale internazionale “VERSO – spazio letterario indipendente”:

https://versospazioletterarioindipendente.wordpress.com/2020/05/14/intervista-al-cantante-alberto-amati-la-musica-fa-parte-del-mio-dna-a-cura-di-izabella-teresa-kostka/?preview=true

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